C’è qualcosa di molto più grave, rispetto a quello che appare, dietro la questione della Comunicazione Istituzionale del Comune di Policoro, che non si ferma solo al recente regolamento approvato e di cui se ne discuterà anche nel prossimo Consiglio.
Ma l’atteggiamento di base è quello che spaventa e che proprio nel regolamento portato in Consiglio trova la sua migliore espressione confusionaria e di chiusura verso il dibattito politico in Città.
Si vantano di essere trasparenti, democratici, aperti alla città ed al confronto e tutte quelle frasi fatte che bisogna dire sempre a prescindere, anche se la realtà è nettamente diversa. Non conta che l’evidenza dica altro, bisogna continuare a dirle ed usarle come alibi.
Intanto, il profilo facebook istituzionale del Comune in questi giorni, al posto di dare informazioni di pubblica utilità (non hanno pubblicato persino gli eventi che ci sono stati in questi giorni), è stato usato esclusivamente per fare i complimenti ad alcuni nostri concittadini che hanno partecipato ad alcune gare sportive in giro per il sud Italia. Nulla da dire nei confronti dei cittadini, al quale va un plauso, ma ci viene da chiedere la finalità della comunicazione istituzionale che fine abbia fatto.
Si può utilizzare la pagina social del Comune solo per fare i complimenti a chi arriva terzo, quarto o primo in competizioni di diversa natura? Hanno capito cosa sia la Comunicazione Istituzionale?
Un’amministrazione che si vanta di mettere le regole sulla comunicazione dimostra tutta la sua confusione e inadeguatezza con anche già la semplice gestione della pagina social del comune.
Chi la gestisce? Chi decide cosa pubblicare e cosa no? Boh
Sperando che non siano gli stessi esponenti di maggioranza che sui social si permettono di fare distinzioni tra “invalidi” in base a dove sono schierati, o che pubblicano le foto di concerti relegati in un angolo di piazza per far vedere un “pienone” dopato o che continuano nell’arroganza delle bugie.
Roba da matti, anzi roba da denuncia in realtà, perché l’esempio della pagina social è il minimo rispetto al casino generato dall’approvazione del citato regolamento.
Come avevamo già fatto notare in Consiglio Comunale, questa regolamentazione ha tutto tranne la finalità di rendere facile, libero e aperto la possibilità di poter assistere, ascoltare e vedere i lavori del Consiglio Comunale, l’assise più pubblica che ci sia, quella formata dai rappresentanti dei cittadini, quella che non dovrebbe avere nessun impedimento nella diffusione.
Un argomento trattato con molta superficialità dal Presidente Ranù e dalla sua sgangherata maggioranza, tanto che 7 consiglieri della minoranza hanno chiesto la convocazione di un “Consiglio Comunale aperto” per discutere una mozione presentata dagli stessi consiglieri per provare a limitare i danni di una regolamentazione fuori luogo ed epoca.
La convocazione in modalità aperta è una scelta che può prendere solo il Presidente, che proprio sul concetto di apertura, discussione, condivisione e trasparenza, evidenzia un certo timore che cerca di nascondere goffamente dall’atteggiamento burocrate tanto caro a modelli di governo totalitari.
Infatti, nel nome della apertura e trasparenza, non concede il Consiglio Comunale Aperto ed anzi, in prima battuta non concede nemmeno il Consiglio (sbagliando, ma di questo ne parleremo), ma inserisce la mozione come ultimo punto nella convocazione per il 30 settembre. (notizia chiaramente non presente sulla stampa o sulla pagina facebook del Comune)
Come se non bastasse per rendere chiaro che il nuovo regolamento è una vera e propria vergogna, la convocazione del Consiglio è stata accompagnata dalla pubblicazione di un avviso per coloro i quali vogliano fare le riprese del Consiglio, comprese le testate giornalistiche, che se vorranno seguire i lavori della massima assise cittadina, dovranno dichiararne anche il “motivo” al caro Presidente Maximo Ranù.
E qui siamo addirittura in contrasto con la Costituzione della Repubblica (art. 21: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure).
Loro, che dopo aver adottato una mozione che obbliga chiunque chieda uno spazio pubblico a fare una dichiarazione di “antifascismo”, ora chiedono a chiunque (compresa la stampa) il motivo per il quale si vogliano fare le riprese del Consiglio, come se non fosse di interesse pubblico per definizione. Il controllo della libertà, per tutelare la libertà chiaramente. Stesso metodo dei regimi comunisti.
O non sono veramente capaci di capire dove si trovano e quale sia il loro ruolo, oppure questo è un vero e proprio attacco al Consiglio Comunale, un controllo assurdo e fuori legge, una vera e propria vergogna, che solo l’ipocrisia di una certa sinistra poteva generare.
Speriamo almeno che abbiano capito qualche lezione che la storia ci ha dato, cioè che queste forme di regole, questo controllo, non li renderà difensori dei cittadini, ma darà solo uno pseudo potere che finirà nel nulla.